In un ridente paese di villeggiatura i coniugi Pecoroni sono euforici. Il loro figlio Eugenio, alla verde età di 45 anni, e dopo 30 di collegio ha conseguito il diploma e ritorna. Il fatto rende felice anche Geltrude, sua eterna fidanzata, il "vu cumprà" Mustafà suo abituale fornitore e, sopratturro, tre ragazze "moderne" lì in villeggiatura: la piemontese Lalla, la veneta Cicci e la siciliana Patty. Le tre, di comune accordo, decidono di rapire il conteso "Genio" per sottrarlo a Geltrude. Tra equivoci, sorprese e colpi di scena la questione si ingarbuglia, grazie anche al sopraggiungere di certi avvocati. Riuscirà il nostro eroe a togliersi dai pasticci nei quali è finito?
Naturalmente il finale, insolito e anche attuale, è a lieto fine, altrimenti che commedia sarebbe?

Le avventure quotidiane di due fratelli langhetti, Migliu e Tigliu, che riescono sempre a trovarsi in situazioni assai imbarazzanti

In un alloggio c'è una stanza di troppo. Cosa facciamo?....
L'affittiamo! A chi?....Un uomo?....Una donna?
In un batti e ribatti tra moglie e marito la stanza viene affittata.
Da quel giorno, tra una serie di discussioni, equivoci, situazioni comiche, finisce la pace in quell' alloggio.

La conquista della poltrona come simbolo di potere è da sempre una battaglia dai colpi proibiti. Solo i più forti, i più furbi, alcune volte anche i migliori possono conquistarla. Per farlo non esita a mettere in secondo piano amicizie, valori, parole date. Ad ogni livello della società c’è una poltrona che appaga l’ego, il narciso che c’è dentro di noi, anche se ci sforziamo di dire di essere al servizio degli altri, quel tiepido raggio di sole illumina soltanto noi stessi. Se la poltrona diventa un mistico amante, un figliolo da proteggere, un’icona da contemplare, lo spettatore neutrale può divertirsi e riderci su. Importante non è farsi coinvolgere perché la variegata umanità dei “cacciatori di poltrone” che propone ogni giorno drammi, commedie e soprattutto atti comici è sempre in cerca di nuove comparse.
La “Pastilia Eletoral” è un insieme di tutto questo, in cui i personaggi troppo finti per non essere veri, rappresentano uno spaccato della società di paese. Sono sicuro che lo spettatore riconoscerà in loro un amico, un conoscente, magari un po’ di se stesso.
La vicenda si svolge a Chiusino sul Peli, un ridente paesino del Nord-Ovest del Piemonte ai giorni nostri. Siamo in piena campagna elettorale per il rinnovo del Consigli Comunale, e come succede sempre in queste occasioni ogni mezzo è lecito… o quasi.

Ambientata a Torino nel primo ‘900, “Tre levr, doi fasan… e ‘l merlo” è una classica commedia degli equivoci, che ironizza, con toni farseschi, vizi e virtù della borghesia dell’epoca, ma non del tutto anacronistici per lo spettatore di oggi.
Gli ingredienti di questa pochade sono tradimenti e bugie, litigi e scambi di persona, con un “meccanismo comico” vivace e ricco di gag giocose e irriverenti si arriverà all’immancabile lieto fine.

La rassegna si terrà presso il Teatro Comunale di Buriasco
(Ingresso € 6.50 - Ridotti € 3)
Prevendita presso Tabaccheria Chiaberto - Buriasco
Per prenotazioni e informazioni tel. 0121 56531 ore 18.00 - 19.00 Lun/Mar/Gio/Ven/Sab